Nuova Riveduta:

Genesi 2:17

ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai».

C.E.I.:

Genesi 2:17

ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti».

Nuova Diodati:

Genesi 2:17

ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare, perché nel giorno che tu ne mangerai, per certo morrai».

Riveduta 2020:

Genesi 2:17

ma del frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché, nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai”.

La Parola è Vita:

Genesi 2:17

Non ci sono versetti che hanno questo riferimento.

La Parola è Vita
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Riveduta:

Genesi 2:17

ma del frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché, nel giorno che tu ne mangerai, per certo morrai'.

Ricciotti:

Genesi 2:17

Ma dell'albero della scienza del bene e del male, non mangiare; perché in qualsiasi giorno tu ne avrai mangiato, di morte morrai».

Tintori:

Genesi 2:17

ma dell'albero della scienza del bene e del male non ne mangiare, perchè nel giorno in cui ne mangerai, tu morrai».

Martini:

Genesi 2:17

Ma del frutto dell'albero della scienza del bene e del male non mangiarne: imperocché in qualunque giorno tu ne mangerai, indubitatamente morrai.

Diodati:

Genesi 2:17

Ma non mangiar dell'albero della conoscenza del bene e del male; perciocchè, nel giorno che tu ne mangerai per certo tu morrai.

Commentario abbreviato:

Genesi 2:17

16 Versetti 16, 17

Non facciamo mai la nostra volontà se va contro la santa volontà di Dio. L'uomo non aveva solo la libertà di prendere i frutti del paradiso, ma la vita eterna gli veniva assicurata dalla sua ubbidienza. Dio scelse una prova per la sua ubbidienza. Per mezzo della trasgressione egli sarebbe stato privato del favore divino e il dispiacerlo avrebbe portato tutti i suoi terribili effetti con sé, cosicché egli sarebbe diventato responsabile del suo dolore, della sua malattia e della sua morte. Ma peggio ancora, egli avrebbe perduto l'immagine santa di Dio e tutti le benedizione che scaturivano da essa e avrebbe provato il tormento di passioni peccaminose e il terrore della vendetta del suo Creatore che sarebbe perdurato per sempre nella sua anima eterna. La prova della proibizione di mangiare del frutto di un albero particolare fu saggiamente adatta allo stato dei nostri progenitori. Nel loro stato di innocenza e separati da chiunque altro, quale opportunità e per mezzo di quale tentazione potevano cadere infrangendo uno qualunque dei dieci comandamenti? L'avvenimento prova che l'intera razza umana fu coinvolta nella prova e nella caduta dei nostri primi genitori. Argomentare contro queste cose significa lottare contro fatti incontestabili come la divina Rivelazione, infatti, l'uomo è peccaminoso e lo dimostra fin dalle sue prime azioni; anche in seguito dimostra che è subito pronto a commettere il male. Egli è la causa del dispiacere divino che lo ha esposto alla sofferenze e alla morte. Le Sacre Scritture parlano sempre dell'uomo e del suo carattere peccaminoso e di questo suo miserabile stato e queste cose sono vere per gli uomini di tutte le età e di tutte le nazioni.

Riferimenti incrociati:

Genesi 2:17

Ge 2:9; 3:1-3,11,17,19
Ge 3:3,4,19; 20:7; Nu 26:65; De 27:26; 1Sa 14:39,44; 20:31; 22:16; 1Re 2:37,42; Ger 26:8; Ez 3:18-20; 18:4,13,32; 33:8,14; Rom 1:32; 5:12-21; 6:16,23; 7:10-13; 8:2; 1Co 15:22,56; Ga 3:10; Ef 2:1-6; 5:14; Col 2:13; 1Ti 5:6; Giac 1:15; 1G 5:16; Ap 2:11; 20:6,14; 21:8

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